Save The Cat - BEAT 15 - IMMAGINE FINALE ma voi potete chiamarla: l'Arte della Memoria
- Gero Giglio
- 19 mar 2021
- Tempo di lettura: 7 min

L'immagine finale in un film è l'opposto dell'immagine di apertura. È la prova che il cambiamento è avvenuto e quello che c’è adesso è vero, tangibile. Se non c'è quell'immagine finale o non puoi vedere come si applica, devi tornare indietro e rifare, perché c'è qualcosa che è andato storto, o manca, nel secondo atto.
Il BEAT 15 è l'ultima tappa del lungo percorso intrapreso. Quel che è fatto e fatto. Nulla può rovinare tutto il lavoro... Vero?
SBAGLIATO!!!
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L'ARTE DELLA MEMORIA IN UN'IMMAGINE
Hai capito bene: con una sola immagine si può vanificare tutto un percorso. Si lascia lo spettatore con l'amaro in bocca, come se si fosse spezzato l'incantesimo prima che appaia la scritta "FINE", si accendano le luci in sala e arrivino i titoli di coda.
Un po' come un primo appuntamento dove l'incontro è andato benissimo, la cena è stata superba ed è stato davvero piacevole chiacchierare fino alla porta di casa. Poi, nel momento fatidico, quando i violini stanno suonando nel vostro mondo immaginario, tutto è pronto per un momento decisivo e... uno dei due scoreggia sonoramente.
PROOOT
Fine della magia.
"Magari poi ti chiamo io..."
e... ciao.
SBAM!!!
Hai capito ciò che è appena successo?
Dopo mesi di lavoro, impegno, ricerca finisci l'ultimo capitolo con una scoreggia. Sei matto?
Ho usato un rodatissimo e infallibile trucco utilizzato, non da ieri ma da millenni, da tutti gli artisti che vogliono mettere l'accento su qualcosa che deve rimanere impresso nella memoria di chi vede la sua opera.

Nel suo De umbris idearum ("Le ombre delle idee") il filosofo Giordano Bruno mette nero su bianco un campionario di regole per poter maneggiare in modo infallibile un arte in cui lui stesso era riconosciuto sommo maestro: l'Arte della Memoria, quella che oggi viene chiamata Scienza Mnemotecnica.
Il "trucco", come spiega il filosofo, è che un'immagine buffa, strana, inusuale, fuori contesto si ricorda con maggiore facilità.
Dai allo spettatore/lettore qualcosa di imprevisto e lui ricorderà per sempre, non solo quell'immagine ma tutto quanto il film. perché l'immagine farà da catalizzatore della sua memoria.
Perché (non lo dico io ma Cicerone) "La memoria è la facoltà per cui la mente ricorda ciò che è accaduto e l'intelligenza è la facoltà con cui accerta ciò che è."
E questo accade perché (non lo dico io ma Aristotele) "la memoria appartiene alla stessa parte sensitiva dell'anima a cui appartiene anche l'immaginazione e che consta di una collezione di immagini mentali derivate dalle impressione sensoriali."
COSTRUIRE A PAROLE LE IMMAGINI
Ma non dovrebbe essere compito del regista la parte "immagine"? Come facciamo noi sceneggiatori a "creare immagini"?
Risposta: con pochi semplici trucchi che vado a elencare e che fanno parte della cassetta degli attrezzi di ogni buon sceneggiatore.
LE TRE POSIZIONI BASE DI UN'IMMAGINE FINALE
Tutti, ma proprio tutti gli sceneggiatori e i registi, consciamente o meno, sanno che per creare una forte immagine di chiusura dobbiamo rispettare un cifrario visivo ben distinto che prende spunto (spesso copia palesemente) i grandi interpreti del passato in fatto di comunicazione.
Sto parlando dell'arte greca, egiziana, romana, rinascimentale e via dicendo.
Per spiegarti bene il concetto voglio mostrarti 3 immagini che distillano perfettamente il concetto in modo simbolico ed efficace: i Tarocchi.
Che tu creda o meno che i tarocchi possano prevedere il futuro è irrilevante. Personalmente li ritengo uno degli strumenti migliori per attivare l'Immaginazione Attiva (ma questo non è il luogo per parlarne... magari in seguito).
Quello che ci interessa, riferito al BEAT 15 è che queste immagini simboliche sono la codifica visiva di secoli di arte mnemotecnica, di impatto emozionale e di divulgazione di concetti in cui niente è come sembra e tutto ha un senso impresso nel nostro DNA culturale.

In queste 3 immagini tratte dagli Arcani Maggiori Ideati dal mazzo di Tarocchi Anna Maria Morsucci e disegnati dall'artista Mattia Ottolini seguendo i dettami che per secoli hanno contribuito alla creazione del Tarocchi di Marsiglia arrivati fino a noi, possiamo subito vedere che i 3 diversi personaggi guardano in 3 diverse direzioni:
►Il Matto guarda a destra.
►La Giustizia guarda davanti a sé.
►La Papessa guarda a sinistra.
Queste posizioni hanno un valore profondamente codificato nella cultura occidentale:
►Se il personaggio di un'immagine guarda a destra si riferisce al Futuro
►Se il personaggio di un'immagine guarda a davanti a sé si riferisce al Presente
►Se il personaggio di un'immagine guarda a destra si riferisce al Passato
C'è anche un'altra posizione: quella di spalle ma ne parlerà fra poco, perché è solo l'antitesi della figura che guarda davanti a sé.
Questa simbologia, quando si fa una lettura dei tarocchi, serve come indicazione nella "previsione" degli eventi...
Ma, guarda caso, succede la stessa cosa anche nei film!
Questo è uno dei più vecchi e utili trucchetti utilizzati nel mondo del cinema ancora oggi.
Ed è esattamente così: l'ultima immagine di un film ha da dirci ancora qualcosa!
DOVE GUARDO? CIAK SI GIRA!
Dove posizionare i personaggi o gli oggetti è una scelta che viene ponderata nei minimi dettagli, quando si parla di ultima inquadratura.
Se nell'inquadratura c'è un personaggio che guarda a destra, allora guarderà al futuro, a un periodo di tempo che non sarà espresso nel film ma che lo spettatore può immaginare.
Se nell'inquadratura c'è un personaggio che guarda davanti a sé, si riferisce allo spettatore: chiude un ciclo, adesso, e non importa del passato o del presente. Tutto è irrilevante se non il momento: questo momento!
Se nell'inquadratura c'è un personaggio che guarda a sinistra, allora sarà come se guardasse a ciò che ha fatto e che l'ha portato lì. Non c'è più margine di crescita. End of story
Se nell'inquadratura c'è un personaggio di spalle, allora sai che ci sarà un seguito che l'avventura non è finita e che questo è solo il primo di tante altre. C'è la promessa di usare la stessa formula che ci ha fatto tanto divertire, senza inventarsi niente che sconvolga il format originario. Il sequel è praticamente annunciato. Promesso!
La cosa è valida anche se non ci sono personaggi in scena: la posizione degli oggetti o degli elementi scenografici segue la stessa regola applicata ai personaggi in carne e ossa.
Non ci credi? Facciamo qualche esempio.
GRANDI IMMAGINI FINALI
Guarda le immagini e decidi in che posizioni stanno guardando i protagonisti dell'ultima, memorabile immagine del film.
IL LAUREATO - 1967 - Regia di Mike Nichols
Anche se, apparentemente, questa sarebbe un'immagine ibrida (sguardo verso destra di lei, sguardo davanti di lui) sappiamo che tutto finisce qui. Non ci sarà seguito. Il ciclo si è chiuso e non ci sarà un bis.

I SETTE SAMURAI - 1954 - Regia di Akira Kurosawa
Questa è un'emblematica immagine di tutto quello che sarà, da qui in poi, il lavoro del regista. Un film che verrà ripreso più volte e rimontato in modo diverso. Un'immagine che non accompagna solo lo spettatore ma l'intera carriera artistica di Kurosawa!

THE LOBSTER - 2015 - Regia di Yorgos Lanthimos
Qui è chiaro che tutto è finito... malissimo. Sono stati fatti errori imperdonabili, non sono state apportate le giuste scelte. End of story.

PSYCO - 1960 - Regia di Alfred Hitchcock
Eccolo lì: uno degli sguardi più inquietanti di Hollywood, quello di Antony Perkins che, a causa di questo film ha vissuto una carriera di ruoli sempre uguali. Ma come fai tu, spettatore, dopo un'immagine del genere a vedertelo in una commedia romantica? Qui tutto è condensato in un momento terribile. Non c'è pentimento. C'è solo il presente. tutto quello che è stato non conta. nemmeno l'orrore.

2001 ODISSEA NELLO SPAZIO - 1968 - Regia di Stanley Kubrick
Più futuro dello Star Child che fluttua nello spazio, visto nel finale del film riuscite a immaginare?

AGUIRRE FURORE DI DIO - 1972 - Regia di Werner Herzog
Il mondo del protagonista è finito. le sue azioni lo hanno portato a perdere tutto il suo potere. L'utlimo rimasto è quello che esercita su una scimmietta inerme, su una zattera di fortuna che galleggia senza controllo in un fiume sudamericano. Un disastro da cui non si può tornare indietro. End of Story.

Quale migliore esempio di uno dei Franchise più di successo di tutti i tempi? Personaggi di spalle come se, il domani, ci fosse davvero!
Il magazziniere di spalle. L'Arca che viene messa "nel passato". La promessa è fatta ma si guarda avanti per nuove ed esotiche avventure!

Come nei grandi western si cavalca verso il sole che tramonta e verso nuove e fantastiche avventure!

LEZIONI DI PIANO - 1939 - Regia di Jane Campion
La storia è naufragata nella violenza e nella tragedia. Il bellissimo piano affonda nel mare senza più nessuno che lo possa suonare come avrebbe fatto la donna che ora non c'è più. End of Story.

VIA COL VENTO - 1939 - Regia di Victor Fleming
Il film di cui tutti avrebbero voluto il seguito ma sarebbe stato meglio di no...

Colgo l'occasione proposta da questa immagine memorabile per riportare come lo sceneggiatore Sidney Howard ha reso su carta questa immagine. Ed è esattamente così che bisogna fare! Come finale mi sembra un buon regalo a traguardo finalmente raggiunto!
Scegli con saggezza l'ultima immagine del tuo film perché, da quella, potrebbe dipenderne il futuro! Sii Sidney Howard!

ULTIMA PAROLA
Spero che questo lungo viaggio ti sia piaciuto. Io mi sono davvero divertito e ho preso questa occasione per fare un bel ripasso.
Vorrei solo che tenessi bene a mente una cosa: Save the Cat è una guida. Non una regola scolpita nella pietra. Può essere un valido strumento ma non deve mai tramutarsi in una catena. Le catene danno un senso di sicurezza ma hanno un prezzo: limitano la nostra libertà. Non diventare schiavo delle tue sicurezze ed esci ogni tanto dalla zona di comfort il più presto possibile. Rimarrai sorpreso da che cosa si può imparare di nuovo.
Perché, come disse Neil Gaiman, in uno dei suoi discorsi più memorabili, "se stai commettendo errori, allora stai facendo cose nuove, provando cose nuove, imparando, vivendo, spingendo te stesso, cambiando il mondo. Stai facendo cose che non hai mai fatto prima e, cosa più importante, stai facendo qualcosa."
Sbagliare è il più bel dono che ti regala la libertà!
Buon lavoro!


Dopo aver già letto il libro, le 15 dispense che commentano i beat di Blake Snyder le ho trovate interessanti, utili ed anche divertenti, scritte da chi conosce bene le tecniche narrative ed ama il cinema.. il buon cinema. Grazie, Gero Giglio.