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"NUDGE" LA SPINTARELLA NARRATIVA

  • Immagine del redattore: Gero Giglio
    Gero Giglio
  • 13 set 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

BECCARE LA MOSCA DELL'AZIONE, SENZA SPARGERE IN GIRO L'INTENZIONE

Ho deciso di proporre, ogni tanto, un articolo che parla di "parole" che tutti i giorni fanno parte della nostra vita ma che, in molti, non sanno neanche che esistano.


Sono parole che determinano il corso delle nostre vite e, spesso, sono termini inglesi, in una continua fascinazione per ciò che è anglofono... perché suona meglio e, ma questa è la realtà, perché se fossero subito comprensibili, farebbero alzare subito il sopracciglio.


NUDGE, NUDGING... SPINTARELLE E PUNGOLI


Avete presente quando ci si trova in compagnia e non si riesce a decidere dove andare, cosa fare, come muoversi?


In questi casi, c'è sempre qualcuno che, nell'incertezza collettiva, dice una parola che fa scattare qualcosa, portando la decisione del gruppo in una direzione.


"Da Beppe stasera c'è la birra gratis!"


Magari si stava parlando d'altro, magari uno spettacolo all'aperto... una mostra... ma vuoi mettere la birra gratis?!?


Questo è il nudge: una spintarella gentile ma passivo aggressiva verso una direzione. nel senso: io te la butto lì, poi decidi tu.


E una cosa che riconoscete? Vi è mai capitato?

Penso proprio di sì.


La spintarella non deve necessariamente portare a una decisione immediata. Non è questo il suo obiettivo. Il reale obiettivo è un'altro: la persuasione nel lungo periodo e il riconoscimento di una leadership verso colui che quella spintarella l'ha data.


"Oh, l'altra volta ci ha portato da Beppe che c'era la birra gratis!"
"Sì ma era solo un giro e la birra era calda!
"Sì, ma GRATIS!"
"Hai ragione... se è gratis va bene! VIVALABBIRRAAAA!"

NARRAZIONE PASSIVO AGGRESSIVA


Come si intuisce facilmente, l'utilizzo del nudge come strumento narrativo è perfetto per l'ambiente economico, politico e scientifico.


Richard Thaler (Premio Nobel per l'economia 2017) e Cass Sunstein nel loro libro Nudge - La spinta gentile lo definiscono come:


"Ogni aspetto nell'architettura delle scelte che altera il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici. Per contare come un mero pungolo, l'intervento dovrebbe essere facile e poco costoso da evitare. I pungoli non sono ordini. Mettere frutta al livello degli occhi conta come un nudge. Proibire il cibo spazzatura no."

L'esempio che si fa sempre di Nudging applicato in maniera egregia è l'immagine che ho messo come testatina: una mosca dipinta negli orinali di un bagno per uomini (Germania 2014) allo scopo di migliorare la precisione di utilizzo dei servizi igienici dell'aeroporto Schiphol di Amsterdam.


MA NELLA NARRATIVA?

Quando si scrive una storia è sempre ionteressante fornire motivazione per agire, modellare ciò che significa agire e sostenere un slancio emotivo, trasformando la narrazione in una parte stimolante di pensiero.


Parlando, per esempio, di personaggi: si potrebbero seminare nuove storie che modellano i suoi comportamenti e rendono possibile il cambiamento. Un eroe può incorporare nuovi principi che possono ispirare l'azione collettiva del gruppo che lo circonda.


Nel film Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh , c'è una scena in cui un personaggio antipatico – Jason Dixon – è ricoverato in ospedale, con il viso oscurato dalle bende. Emerge rapidamente che sta condividendo una stanza con un altro personaggio – Red Welby – che, all'inizio della storia, ha attaccato e ferito gravemente senza motivo.


Inizialmente, Welby non riconosce Dixon e si offre di aiutarlo a bere. Sopraffatto dal senso di colpa, Dixon confessa la sua identità. Così, Welby rifiuta le sue scuse.


La scena diventa tesa quando Welby inizia a svolgere un compito nascosto, aumentando la possibilità che si stia preparando a vendicarsi di Dixon, che non sarebbe in grado di fermarlo. Allo spettatore viene offerta la possibilità di inventarsi il modo migliore (o peggiore) per mettere in atto una tremenda vendetta.

La cosa impressionante di questa scena è che non è fondata su una lettura comprensiva. Sebbene Dixon sia trattato in modo più comprensivo in seguito, allo spettatore non viene chiesto di preoccuparsi del suo benessere in questa scena.

L'obiettivo è quello di creare un percorso nel quale il lettore o lo spettatore trovi l'empatia.


Il lettore, ma anche lo spettatore sarà così più propenso a dargli credito se il suo cervello, attraverso questi elementi che abbiamo aggiunto e che lo stimolano, rilasci serotonina e ossitocina: i neurotrasmettitori dell'empatia.


E poi non ditemi che la scrittura non è alchimia... daje forte!


LA "SPINTARELLA" VERSO IL FUTURO

Come esseri umani, siamo programmati per creare un senso di connessione da ciò che era a ciò che sarà.


Gli psicologi chiamano questo il "principio di continuità". Raccontiamo storie perché il nostro impulso è quello di creare significati e schemi dal caos, per scrutare attraverso la foschia dell'incertezza. Tali meccanismi ci calmano anche fisicamente, "rallentano il nostro respiro" e ci rendono "attenti".


L'interruzione può verificarsi in qualsiasi momento, potrebbe essere una pandemia globale o potrebbe essere la prossima fusione e acquisizione: qualsiasi cambiamento radicale richiede alle persone di muoversi rapidamente.


Una narrazione è un modo per aiutare le persone a muoversi con uno scopo e collegare la loro storia interiore al viaggio che li attende.


NUDGE POSITIVO: LA VERA MISSION

Comunicazioni e manifesti da soli non cambieranno il comportamento. Come paese e come mondo, mai prima d'ora siamo stati collegati da uno scopo così comune. Questo scopo deve essere articolato chiaramente, con cuore, empatia e grinta dai leader.


Questo tempo doloroso passerà e, se non passerà (ma fidatevi che passerà) ci adegueremo ma, nel frattempo, i leader come anche coloro che raccontano storie, hanno il dovere di iniziare a costruire le condizioni emotive per un'evoluzione positiva e illuminata.


Oggi, purtroppo, vale quasi l'opposto con spintarelle continue e incessanti che ci spingono dove non vorremmo e dove chi ci guida ha il solo obiettivo di deresponsabilizzarsi, gettando su di noi il totale onere di una scelta, in definitiva, obbligata.

Una cultura organizzativa per il rinnovamento e la resilienza (sì, l'ho detto anche se è un termine che ha raggiunto vette odiose inarrivabili! NdR), di un genere umano che si è evoluto ma rimane tale nelle sue parti migliori, a lungo termine.

Io ve l'ho detto... poi, fate voi! 😉

 
 
 

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